Il nucleare è pericoloso, per questo è sicuro

Il dibattito sul nucleare dura, ormai, da un paio di generazioni e, in Italia, è stato frettolosamente giudicato in seguito al disastro avvenuto a Chernobyl nel 1986. Dopo il referendum del 1987, si è investito poco nella ricerca della materia, anche se le preoccupazioni dovrebbero essere gli altissimi livelli di sicurezza a cui sono sottoposti i reattori e le centrali.

Oggi, è solo grazie alla crescente richiesta di energia se l’attenzione è stata riportata sul nucleare. Eppure, nonostante le misure di sicurezza e il basso impatto inquinante, il nucleare è ancora ampiamente criticato e poco utilizzato.

Radioattività

Ciò che rende il nucleare pericoloso sono i radionuclidi, ovvero tutti quegli elementi radioattivi che si vengono a formare dalle reazioni di fissione nel combustibile nucleare e che rimarranno radioattivi per un tempo più o meno lungo.

Il combustibile a fine vita avrà al suo interno un mix di sostanze con diversi livelli di radioattività e tempi di decadimento, che caratterizzano la durata per la quale il nucleo rimarrà radioattivo. Questi tempi variano dalle poche decine di anni fino a 100 mila anni.

Sicurezza

A causa della pericolosità delle radiazioni, la International Atomic Energy Agency (IAEA) ha stilato delle regole particolarmente rigide per la messa in linea di nuovi reattori e la gestione delle scorie. Infatti, i nuovi impianti sono progettati e costruiti per scongiurare la fuoriuscita di sostanze radioattive in seguito a incidenti. I nuovi reattori, inoltre, sono in grado di spegnersi in modo automatico, senza perdite di materiale radioattivo e con un sistema di raffreddamento che funzioni anche nell’ipotesi di un’interruzione di corrente.

Per garantire gli alti standard di affidabilità dei sistemi di sicurezza vengono applicati i principi di ridondanza e diversificazione per tutta la componentistica del reattore. In modo da evitare qualsiasi problema in caso di malfunzionamento, manutenzione o rottura di parti dell’impianto.

Impatto climatico

Oltre alle misure di sicurezza, un altro punto a favore è il basso impatto inquinante della produzione di energia nucleare. Come dimostrato dalla mappa qui citata, i Paesi che più inquinano sono quelli che producono la maggior parte dell’energia da fonti non rinnovabili come il carbone, mentre quelli che hanno un impatto minore utilizzano fonti rinnovabili e nucleare.

Critiche

Se il nucleare è sicuro e meno inquinante, perché non viene più ampiamente utilizzato? Le critiche che vengono mosse più spesso riguardano principalmente i costi, le tempistiche e, ancora, la gestione delle scorie.

I tempi e i costi di costruzione di un reattore dipendono da molti fattori come il processo di licensing, la maturità tecnologica del Paese e la standardizzazione. In media, i tempi per la costruzione sono di circa 8/10 anni per un costo di 5/6 miliardi di euro. In Europa, inoltre, la rigida burocrazia e gli scarsi investimenti hanno portato tempi e costi a lievitare ulteriormente andando a gravare pesantemente sulla competitività del nucleare.

Ricerca

Negli ultimi anni gli obiettivi di carbon neutrality e la crescente richiesta di energia a livello mondiale hanno portato a riconsiderare di investire sul nucleare. Nuove tecnologie che riducono la produzione di scorie, in particolare per quelle con tempi di decadimento maggiori, sono ormai prossime e forniscono nuove opportunità per le applicazioni nucleari.

Tra i Paesi europei, la Finlandia si è distinta per ricerca e investimenti che l’hanno portata a individuare il primo deposito geologico definitivo al mondo per lo stoccaggio delle scorie. Si tratta di un deposito a 450 metri di profondità, in un terreno roccioso destinato a contenere i rifiuti radioattivi finlandesi per i prossimi millenni.

Note terminologiche

Fissione: quando il reattore è in funzione, gli atomi del combustibile vengono scissi tramite il processo di fissione nucleare. Come? Attraverso una reazione a catena nella quale l’uranio colpito da un neutrone si scinderà producendo due elementi figli e coppie di neutroni che a loro volta andranno ad alimentare la reazione. Questo processo rilascia energia termica che verrà poi convertita in energia elettrica.

Combustibile: si tratta di miscele di diversi elementi, solitamente ad alto contenuto di uranio. Tali miscele sono disposte in barrette di circa 3 metri di lunghezza, tra le quali passa il liquido di raffreddamento (solitamente acqua). Il combustibile va cambiato una volta ogni 2 anni, fino ad arrivare a 3 nei nuovi reattori

di Beatrice Cimaroli e Matteo Imperatori

In foto: L’energia nucleare (credit: Lukáš Lehotský)